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Come un naufrago, inserirò in una bottiglia, ovvero questo Blog, i miei messaggi
che affiderò al vasto mare del WEB, affinchè qualche navigatore li possa
scorgere tra i flutti, così da leggerne il contenuto e scoprire la mia passione
letteraria.

domenica 17 aprile 2022

Se non vedo… io non credo

 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 

25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 

27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 

28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 

29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Il Vangelo secondo Giovanni, capitolo 20, versi dal 24 al 29.


Michelangelo Merisio detto Il Caravaggio (1571-1610) è tra i miei artisti preferiti.

I suoi dipinti, con i chiaroscuri, le espressioni dei volti dei personaggi, la particolare cura negli atteggiamenti dei soggetti dipinti, li rendono assai “veri”, meglio di una fotografia perché si riesce a scorgere l’anima dei personaggi rappresentati.

Il dipinto “L’incredulità di San Tommaso”, rappresentato nell’immagine a corredo di questo post (immagine tratta da Wikipedia) è un olio su tela risalente al 1601; è conservato presso la Bildgalerie di Potsdam (Germania).

Il dito affonda nel costato del Cristo e il volto di San Tommaso, con gli occhi ben aperti, mostra interesse e stupore, mentre da quello di Gesù traspare sofferenza e pazienza per lo scetticismo del suo discepolo, che solo in quel momento comincia a credere nella sua Resurrezione.

Il passo del Vangelo in epigrafe narra appunto dell’incredulità di Sam Tommaso, che solo dopo aver constatato di persona le ferite del suo Maestro, ne accettò l’effettiva Resurrezione. Nel verso 29 pare perfino che il Cristo rimproveri San Tommaso, per non aver creduto al racconto degli altri discepoli, beatificando invece chi crederà, senza aver visto.

Tuttavia, si sta parlando di un tema divino, metafisico.

Accettare i dogmi della Chiesa è fondamentale per un cristiano, altrimenti come accettare il mistero di Maria, che ha concepito senza peccato per opera dello Spirito Santo?

Tornando a temi meno trascendentali, decisamente a me più consoni, sono dell’idea che nella pratica quotidiana tutti dovremmo essere un po’ come San Tommaso, ovvero toccare con mano le questioni, per capire se siano vere o meno.

Siamo quotidianamente investiti da una serie di notizie e informazioni, tutte spacciate per assolutamente vere, specie da quegli organi di informazione cosiddetti “qualificati”, senza però che ci venga offerta la reale possibilità di verificarle.

Così, assieme alle notizie vere, ci propinano autentiche bugie, funzionali però all’ordito per le quali sono state confezionate e ci chiedono di accettarle manco appunto fossero dogmi divini. Chi non lo fa, chi eccepisce, chi si pone domande, come minimo è accusato di “complottismo”, se non addirittura di tradimento della causa comune. Ma comune a chi?

Certo, non sempre è possibile verificare le fonti all’origine ed è certamente più facile e meno dispendioso, in termini di tempo e risorse, accettare quel che la maggioranza accetta, d'altronde se è maggioranza è facile che sia "giusto" proprio per questo. Io sono però dell’idea che se è vero che il numero è potenza, non è detto che la quantità sia qualità.

Se proprio non si vuole essere come San Tommaso, occorrerebbe almeno ricorrere al dubbio e provare perlomeno a sentire “l’altra campana”, giusto per farsi una propria idea più precisa sull’argomento. Anche correndo il rischio di diventare dei “rompiscatole”. In effetti la locuzione popolare “mettere il dito nella piaga”, pare tragga origine proprio dall’episodio evangelico sopra citato.

Chi cerca la verità, chi mette il dito nella piaga, un po’ rompe le scatole e a volte anche i meccanismi.

3 commenti:

  1. È sempre un piacere leggere ciò che scrivi, fa riflettere e porre anche qualche quesito, al quale, però e aimé, non ho ancora trovato risposta.
    G.A.F.

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    1. Grazie Giovanna, se ti può rincuorare ti assicuro che trovare risposte certe ai quesiti è assai arduo

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    2. E già! Ahimè! Nella vita di alcuni i dogmi sono la soluzione più facile e meno faticosa. Scavare per scoprire le verità nascoste, a volte, non solo è difficile e comunque faticoso, ma, piuttosto, impossibile. Certi dogmi esisteranno sempre.
      G.A.F.

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