Come molti, coltivo la passione della scrittura ed ambisco, un giorno, a veder pubblicato un mio libro.
La vanità, si sa, è una delle debolezze umane ed io non saprei se definirmi vanitoso piuttosto che debole; ad ogni modo sono umano e come tale agisco.
Nell’illusoria speranza di approdare a chissà quali ribalte culturali e farmi notare come autore, prendevo parte a concorsi letterari.
Tempo fa, ad uno di questi concorsi bisognava partecipare con un romanzo di almeno 50 cartelle editoriali. Per chi non lo sapesse, la cartella editoriale è un foglio A4 dattiloscritto, contenente 1800 caratteri in 60 colonne per 30 righe.
Per motivi che ritengo inutile citare, mi riduco a scrivere quel romanzo una decina di giorni prima della scadenza del concorso.