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Confesso di rimanere sempre perplesso di fronte a tomi di narrativa con numerose pagine; mi pervade l’afflizione di intraprendere una lettura lenta e faticosa di un testo prolisso e ridondante che alla fine, sfiancandomi, mi induca ad abbandonare il libro.
È stata la prima impressione prendendo tra le mani “Il Suono Sacro di Arjiam”, composto da ben 698 pagine.
Temevo anche, essendo l’Autrice una donna, di imbattermi in una forma letteraria prodiga di descrizioni dei personaggi, dei sentimenti e dei luoghi, che entrasse in conflitto (non mi giudicate un misogino, è solo un confronto di stilemi) col mio ideale letterario, conciso ed essenziale, tipico maschile.
Sono invece lieto di essere stato smentito su tutto il fronte e di aver letto davvero un bel romanzo, che giudicherei, e non a caso, con un solo aggettivo: armonioso.