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letteraria.

mercoledì 23 febbraio 2011

"Intellettuali sotto due bandiere" di Nino Tripodi


Senza voler pretendere di fare del “revisionismo storico” , il libro dimenticato che propongo in questo articolo mostra un atteggiamento alquanto sottaciuto di una larga parte della “intellighenzia” italiana, a cavallo tra le due guerre del secolo scorso.

Ovviamente, alludendo a tale periodo, mi riferisco a quella fase storica che vedeva l’Italia governata dal totalitarismo fascista.


 

Oltre alla facile retorica agiografica o alla altrettanto semplice esposizione denigratoria, entrambe fin troppo abusate dai contendenti dell’una o dell’altra parte, è innegabile che durante i vent’anni della dittatura fascista, siano sorti in Italia espressioni artistiche e intellettuali di rilievo, fino a rappresentare autentiche avanguardie nel panorama culturale mondiale.

Basti pensare al razionalismo in Architettura o ad un certo modo di fare Cinema, che sarà poi l’humus essenziale del Neorealismo.

Ebbene, parecchi uomini di cultura di quel tempo, nati nelle redazioni dei fogli locali dei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti), cresciuti alla Scuola Nazionale di Cinematografia di Roma, posta proprio di fronte a Cinecittà, oppure vincitori nelle varie sezioni dei Littoriali della cultura e dell’arte, divennero, dopo la caduta del fascismo, espressioni di punta dell’antifascismo militante, arrivando a coprire importanti cariche politiche e governative, dirigendo i prestigiosi quotidiani nazionali, diventando apprezzati registi, attori o scrittori di successo, risultando perfino ben introdotti negli studi televisivi della RAI.

Facendo abiura di quel che era stato, delle proprie origini in senso culturale, molti di questi intellettuali giustificavano le passate frequentazioni come ineluttabili in una dittatura, arrivando a definire quegli ambienti come veri e propri vivai di energie antifasciste.

Ognuno di noi si potrà fare un’opinione a riguardo. Sicuramente troverà parecchio materiale a suffragio di questa tesi. Scarseggiano invece informazioni della tesi contraria, ovvero che quell’intellighenzia italiana abbia preferito, alla mal parata, saltare armi e bagagli sul carro del vincitore.

Nino Tripodi, nel suo “Intellettuali sotto due bandiere”, ci presenta un viaggio sarcastico e circostanziato, aspro e penetrante tra questi protagonisti del panorama culturale italiano della seconda metà del secolo scorso. Un viaggio narrativo, accompagnato da brani tratti da giornali, riviste o altre fonti dell’epoca e attribuiti a questi intellettuali, dove l’autore sottolinea un marcato atteggiamento riverenziale nei confronti del fascismo e del suo capo, salvo poi mostrare, attraverso altri scritti, le rinnovate critiche.

Occorre precisare però che l’autore è stato un “testimone” di parte, essendo stato parlamentare del Movimento Sociale Italiano, oltre che direttore del quotidiano di quel partito. Tuttavia avendo egli stesso concorso ai Littoriali, non si può escludere che abbia conosciuto bene quelle manifestazioni e chi vi partecipava.

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Nino Tripodi (1911-1988)
[Fonte: sito istituzionale della Camera dei Deputati]

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Il libro merita di essere riscoperto per il potenziale contributo che potrebbe dare ad un dibattito volto a capire meglio un periodo storico del nostro paese comunque importante, a prescindere dal giudizio personale di merito.

Il volume in mio possesso è una edizione originale del 1981, edito da Ciarrapico.







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