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Come un naufrago, inserirò in una bottiglia, ovvero questo Blog, i miei messaggi
che affiderò al vasto mare del WEB, affinchè qualche navigatore li possa
scorgere tra i flutti, così da leggerne il contenuto e scoprire la mia passione
letteraria.

venerdì 6 maggio 2022

La moviola

Per quei pochi che lo ignorano, la moviola è un apparecchio elettromeccanico per il montaggio dei film.

La macchina consente di far scorrere i vari fotogrammi della pellicola cinematografica a velocità modificata rispetto all’originale e permette di osservare a video anche un singolo fotogramma.

Una moviola (immagine tratta da Internet)


Oggi, con le riprese digitali, è un sistema ormai desueto, ma siccome mi piacciono i marchingegni vetusti, la userò come metafora in questo post.

Immaginiamo che un operatore ci faccia vedere un filmato alla moviola.

Nel filmato un uomo vestito di rosso colpisce con un pugno in faccia un altro uomo vestito di blu. Diverse persone astanti, che hanno osservato la scena, mostrano espressioni di riprovazione e di sdegno per la violenta azione.

L’operatore della moviola ci fa vedere questo filmato più volte, a velocità normale e ridotta, accelerata e soffermandosi su ogni fotogramma “cruciale” del pugno, facendo avanzare e indietreggiare la scena ripetutamente.

Che conclusioni trarre? È evidente che l’uomo vestito di rosso sia l’aggressore e quello in blu l’aggredito.

La nostra solidarietà deve andare ovviamente all’aggredito che, con il nostro sostegno, dovrà riprendersi il più velocemente possibile dal colpo ricevuto.

Difatti nel filmato, le persone che hanno assistito impotenti all’aggressione, si prodigano nell’andare in soccorso con ogni mezzo dell’aggredito: c’è chi gli porta una borsa del ghiaccio per lenire la zona del volto colpita dal pugno, chi lo incoraggia con decisi colpi sulla spalla e chi gli fornisce un tirapugni, in maniera tale da colpire a sua volta l’uomo in rosso, inferendogli maggiori danni.

Ad un certo punto, però, l’operatore della moviola si deve allontanare. Noi, dopo un attimo di titubanza, ci avviciniamo all’apparecchio e, avendo sbirciato i comandi del funzionamento, facciamo indietreggiare il filmato a prima della scena dell’aggressione più volte propinataci, accorgendoci che precedentemente, mentre l’uomo in rosso era voltato e stava lamentandosi con le persone astanti dell’atteggiamento dell’uomo vestito di blu, senza però ricevere attenzione da queste, distratte da altre faccende, riceve uno schiaffo dall’uomo in blu.

La domanda, retorica, è: alla luce di quando ora visto, chi è l’aggressore e chi l’aggredito?

Probabilmente, se arretrassimo ancora il filmato, vedremmo i motivi dello schiaffo o le ragioni dell’alterco o forse non lo vedremo, perché magari quando la diatriba era sorta, non esistevano ancora i mezzi per filmarla.

Spettava alle persone astanti, che invece erano comunque presenti prima e dopo, attivarsi affinché i due non arrivassero alle mani, mettendoli di fronte ed ascoltando le ragioni e i torti di entrambi, cercando di arrivare ad una composizione pacifica del contenzioso.

Occorre sempre conoscere le cause originarie dei contrasti, anche se questo comporta una ricerca all’indietro nel tempo, non perché la verità stia salomonicamente nel mezzo, ma poiché la conoscenza degli aspetti che hanno condotto alla lite, permette di dosare la nostra reazione agli eventi.

Non si può parteggiare per l’uno o per l’altro per partito preso, o solo per affinità elettive o anche perché abbiamo visionato inerti la questione alla moviola o peggio perché qualcuno ha deciso così pure per noi, alleato o socio che sia.

È necessario sempre cercare di trovare una composizione alla disputa, prima che una semplice scazzottata si trasformi in una rissa generalizzata.

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