Il Covid-19 ha inciso profondamente le nostre esistenze.
Non si può negare che il mondo
non sia cambiato, a causa della pandemia e delle restrizioni al nostro vivere, che essa ha provocato.
Dopo due anni di distanziamento
forzato, l’uomo, “animale” sociale, sente il bisogno di riannodare i rapporti
interpersonali, di abbracciare, stringere le mani, di ritrovare quel contatto
che genera il “calore umano”.
Chi, più dei poeti, riesce ad
esprimere questa necessità?
Anna Martinenghi, che modella i versi con abilità e naturalezza, non si sottrae a questo bisogno.
L’ossigeno è l’elemento essenziale che Anna elegge a simbolo di questa esigenza; respirare senza più filtri, tornare a vivere, poiché è l’ossigeno, attraverso il respiro, che ci fa vivere:
“Respiro
non più gesto scontato
ma essenza di tutte le
cose
a ricordarci
di essere vivi
mentre siamo in vita”
“Ora serve
il coraggio
di scegliere
gli esseri umani
che sono tutto
e il contrario di tutto
gli stessi che non ci
piacciono
perché fanno altre scelte
pregano un dio diverso
fanno il loro sesso
hanno pelle più scura o
chiara
chiamano le cose con
nomi differenti”
Perché:
“nessuno
Si salva da solo”
Nei versi di Anna traspare la
sofferenza per quanto è occorso a lei, come noi tutti, ma anche una critica alla
gestione informativa dell’emergenza:
“Tutto e il contrario
di tutto
non sono verità
sono imbroglio e
spavento”
Purtroppo, questa necessità di
tornare a vivere espressa da Anna, attraverso la sua silloge “O2. Ossigeno”,
edita da Giovane Holden Edizioni, questa speranza in una nuova normalità
condivisa da tutti noi, viene messa a repentaglio dai terribili venti di
guerra, che stanno sferzando la nostra già fragile esistenza, evocando scenari
persino apocalittici, a dimostrazione che l’essere umano, non impara dalle
esperienze pregresse.
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