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letteraria.

lunedì 28 febbraio 2011

"L'uomo dei piccioni" di Salvatore Scalisi


«… siamo la parte malata della società, un valido motivo per far sentire la parte buona, la stragrande maggioranza, come dei privilegiati. Non ti sembra?».

Questa affermazione è un po’ la chiave di volta del romanzo di Salvatore Scalisi, un racconto molto delicato su un mondo invisibile, o quanto meno che noi, la parte appunto privilegiata della società, vorrebbe non esistesse, ma la cui presenza, a volte fastidiosa, spesso indifferente, ci permette di sollevarci da ogni minima nostra “miseria” umana, confrontandoci in maniera “vincente” con chi è relegato, sovente per scelta, sporadicamente per un caso fortuito, agli estremi margini dell’umanità.


È il mondo dei clochard, dei barboni. Di quelle persone che possiamo incontrare nelle sale di aspetto delle stazioni ferroviarie o in fila dietro la porta delle mense per i poveri, mentre dormono coperte da cartoni o che ti chiedono qualche soldo per strada, per comprarsi un pacchetto di sigarette o una bottiglia di vino.

Chi tra noi, incontrandoli, non ha provato fastidio o quanto meno disagio?

Chi non ha tratto un bilancio da quell’incontro, auspicando che la propria esistenza non diventi mai simile alla loro?

Ecco quindi che quella affermazione rivolta a Stefano, il protagonista del racconto, da un suo “collega”, si dimostra quanto mai vera.

Stefano conduce una vita normale: ha un lavoro, una famiglia. Non pare molto diverso da qualsiasi italiano medio.

Coltiva, senza successo, la passione per la scrittura, ma forse proprio perché non riesce a raggiungere l’ambito consenso, o forse stanco di una routine che diventa sempre più pesante, stabilisce di prendersi un periodo non ben definito di distacco dalla sua quotidianità.

La famiglia accetta a fatica la pesante decisione, ma non lo ostacola, auspicando forse che la pausa di riflessione resti la più breve possibile.

Non sarà così. Passeranno anni prima che Stefano, pian piano maturi l’idea di ritornare tra i suoi.

Nel frattempo imparerà a conoscere il mondo dei disadattati e stringerà un’amicizia sincera con Carlo, suo autentico mentore in questa discesa verso il fondo. L’amico lo spronerà anche a scrivere, facendogli ritrovare, pur se a fatica, una rinnovata voglia di raccontare il mondo che lo circonda.

Compagni occasionali della coppia di amici, diventano i piccioni che stazionano nella piazza dove Stefano e Carlo guardano le giornate scorrere, seduti sulla panchina. Carlo dà loro da mangiare ed è questo il motivo della non del tutto disinteressata frequentazione, mentre Stefano mostra una certa diffidenza nei confronti dei pennuti, peraltro ricambiata.

Quanto Stefano è prossimo a maturare la decisione di tornare dalla propria famiglia, due eventi tragici che lo riguarderanno in prima persona, impediranno il ricongiungimento.

“L’uomo dei piccioni” è senz’altro un romanzo che induce a riflettere. La lettura scorre agevole, senza intoppi e con interesse, sorretta dalla curiosità di scoprire se Stefano riuscirà infine a ritornare alla propria vita da “normale”.

Il finale, lascerà al lettore parecchia amarezza e forse lo persuaderà a guardare con altri occhi coloro che, invisibili, si pongono ai limiti di questa nostra opulenta società.


Autore: SALVATORE SCALISI
ISBN: 978-88-7418-569-6
Pag.: 152
Prezzo: € 12,00
Edito da: PROSPETTIVA EDITRICE di Civitavecchia (Roma)
Prima edizione: 2009
Genere: romanzo a sfondo sociale































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