Benvenuti!

Come un naufrago, inserirò in una bottiglia, ovvero questo Blog, i miei messaggi
che affiderò al vasto mare del WEB, affinchè qualche navigatore li possa
scorgere tra i flutti, così da leggerne il contenuto e scoprire la mia passione
letteraria.

giovedì 19 ottobre 2023

Non si impara mai dagli orrori del passato

No, non si tratta di un refuso nel titolo.

Voglio proprio affermare che gli orrori del passato sono oggi reiterati e lo saranno sempre, a meno che l’umanità finalmente capisca che è possibile risolvere le questioni pacificamente, attraverso il dialogo, elemento essenziale che ci contraddistingue rispetto alle altre specie viventi.

Il monumento-ossario alle vittime di Gorla


È di questi giorni l’ennesima recrudescenza del conflitto israelo-palestinese, con spargimento di sangue dell’una e dell’altra parte. Sangue spesso di vittime innocenti, civili, donne, anziani e specialmente bambini.

In particolare mi riferisco al “Al-Ahli Arabi Baptist Hospital” di Gaza, l’ospedale colpito da un non ancora ben identificato razzo o missile. Le parti in conflitto si scambiano l’accusa di aver distrutto l’ospedale e di aver causato tra le duecento e le cinquecento vittime.

Non entro nel merito delle responsabilità, non essendo sul posto, non avendo strumenti per giudicare e non fidandomi di certo delle ricostruzioni che riporta - a senso unico - la stampa nostrana.

Sottolineo solo l’orrore: un ospedale dovrebbe essere un luogo sicuro, dovrebbe essere intangibile. Anche le scuole dovrebbero esserlo, ma non sempre è così e non sempre lo è stato.

A tal proposito c’è un episodio, ignorato da molti, che ci riguarda e del quale, in questi giorni, ricorre il settantanovesimo anniversario.

Pur con una guerra in corso, a Milano la vita cercava di continuare con una certa normalità, nonostante le numerose incursioni aeree degli anglo-americani. Le persone andavano al lavoro, le donne si recavano al mercato per acquistare i sempre più rari beni di prima necessità e i bambini frequentavano la scuola.

La mattina del 20 ottobre 1944, anche a Gorla, un quartiere di Milano posto ai margini nord - nord-est della città, fino al 1923 comune autonomo, la vita sembrava scorrere con normalità. Gorla confina con la città di Sesto San Giovanni nel cui territorio erano situate fabbriche come la Breda, strategiche per la guerra in corso. Questi siti produttivi erano obiettivo dei bombardieri anglo-americani che le colpivano allo scopo di fiaccare ulteriormente la già limitata capacità produttiva della Repubblica Sociale Italiana, alleata dei Tedeschi contro gli alleati.

Quella mattina il comando alleato aveva stabilito di colpire, nell’area di Milano, le fabbriche dell’Alfa Romeo, Isotta Fraschini e Breda. L’obiettivo “Breda” fu affidato ai 36 bombardieri “Consolidated B 24 Liberator” del 451° Bomb Group dell’USAAF (United States of America Air Force). Il “B 24” era un bombardiere pesante quadrimotore con capacità di carico fino a 3.600 kg di bombe ciascuno.

I bombardieri partirono alle 7:58 dall’aeroporto di Castelluccio dei Sauri, in Puglia. In una vasta area della provincia di Foggia (città peraltro rasa al suolo dagli anglo-americani tra maggio e settembre 1943) furono approntati campi volo per le incursioni dei bombardieri alleati sul sud Europa. Avrebbero dovuto appunto colpire gli stabilimenti della Breda di Sesto San Giovanni, ma per una serie di errori della squadriglia da bombardamento, la fabbrica non poté essere colpita. Le bombe erano però state innescate e non potevano essere riportate indietro, senza mettere a rischio gli equipaggi dei bombardieri. Il comandante della squadriglia, James B. Knapp, anziché ordinare di sganciare le bombe su un obiettivo alternativo o in aperta campagna o in mare, decise di disfarsene immediatamente.

Alle 11:29 gli abitati di Gorla e Precotto (quartiere limitrofo a Gorla) furono investiti da 80 tonnellate di esplosivo.

Una sola bomba da 220 kg colpì il vano scala della scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla, proprio mentre i bambini e il personale scolastico stavano scendendo le scale verso il rifugio antiaereo. Morirono 184 bambini, 14 insegnanti, la direttrice scolastica e 4 bidelli. Quel giorno a Milano ci furono 614 vittime.

Naturalmente nessuno ha mai pagato per questa strage. Oggi sarebbe classificata come “danno collaterale”, dovuto ad un errore.

In realtà si trattò di un orrore.

Orrore che si perpetua in continuazione, senza che da questi orrori l’umanità tragga insegnamenti, preferendo ancora la violenza al dialogo, ma anche sfoggiando ipocrisia lamentando solo alcune delle vittime, ignorandone altre.

Altre, come le piccole vittime di Gorla.

La scuola elementare "Francesco Crispi" colpita dalla bomba americana nel 1944


Nessun commento:

Posta un commento