“Caleidoscopio vuole essere un viaggio attraverso le parole, le immagini, le poesie, le frasi scritte di getto e i momenti di riflessione. Un percorso attraverso un mondo in continuo mutamento, sempre diverso e mai statico; una realtà fatta di colori, una ventata di emozioni, un messaggio di speranza per chiunque abbia timore di vivere in un mondo in bianco e nero”.
Con questa introduzione
l’Autrice, G. Chalune – pseudonimo di Giulia Vismara – ci accoglie nella sua
opera, che proprio come un caleidoscopio, si articola in brani, poesie, riflessioni
e citazioni.
Leggendo i testi della Chalune, siamo indotti a riflettere su un ampio spettro di emozioni e immagini, che fanno parte del mondo in cui viviamo. Ella ci sollecita nel cogliere aspetti che altrimenti passerebbero inosservati.
Ad esempio nel brano “La vita del
poeta”, l’Autrice descrive il poeta come una persona all’apparenza comune,
mescolato tra la folla, silente e inattivo ma consapevole di un momento preciso
che coglierà per esprimere la propria essenza.
Per Chalune le cose più belle
sono frutto dell’attesa e ironicamente ci ricorda che chi non ha pazienza, non
vedrà la bellezza nella sua massima espressione, ma si limiterà ad osservare
solo un tramite.
L’Autrice fa poi un parallelismo
tra i momenti della vita e i capitoli di un libro. Come un capitolo che si
chiude con un punto alla fine del testo, anche ciò che ci farebbe troppo male
continuando, deve terminare, prima che ci avveleni l’anima. Chiuso poi un
capitolo, ne troviamo un altro; si gira la pagina e ci viene offerta una nuova
storia, possiamo cogliere nuove possibilità. Tuttavia non solo il singolo
capitolo, ma tutto il libro potrebbe non essere di nostro gradimento. Possiamo
allora scegliere un altro libro, iniziando una nuova avventura.
Non manca infine un aspetto
autobiografico: i ricordi adolescenziali dei torti subiti, del bullismo.
Momenti difficili, superati dall’Autrice sia attraverso la scrittura, che le ha
permesso di esprimere senza filtri la propria anima, sia grazie al teatro la
cui finzione, quasi in contraddizione con la scrittura, le ha consentito di
mostrare il proprio valore, restando ed accettando se stessa, imparando ad
offrire il meglio di sé.
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