A Bergamo, lungo la via Borgo Palazzo, un’arteria che dalla città conduce verso sud-est, verso Seriate, prima della zona Celadina e del cosiddetto “Portone del Diavolo”, c’è un cippo con una lapide che recita: “Monticelli Francesco fu Pietro qui assassinato il 7-2-1869 d’anni 43. I figli”.
La lapide ricorda un omicidio avvenuto durante il periodo di
carnevale di circa centocinquanta anni fa. Delitto risolto con l’arresto dei
quattro colpevoli ad opera delle Guardie di Pubblica Sicurezza, aiutate dai
Reali Carabinieri.
La lapide citata nel romanzo |
Basandosi su questa storia vera, Fabio Paravisi, giornalista
bergamasco del “Corriere della Sera”, ha scritto un romanzo di genere
poliziesco ambientato proprio in quel tempo e utilizzando i nomi dei
protagonisti di quel crimine, ma la cui trama è ovviamente di fantasia, pur
ricostruendo egregiamente le ambientazioni e il periodo storico dell’epoca.
Protagonisti del racconto sono il carabiniere Saturnino
Fainella, di origini molisane e la guardia di pubblica sicurezza Defendente
Pagnoncelli, bergamasco. Non si può di certo affermare che i due siano nelle
grazie dei loro rispettivi superiori, anzi sono sottoposti alle loro vessazioni.
Sono incaricati di eseguire ordini poco operativi e, a volte, anche umilianti,
come per rimarcare il loro appartenere agli strati più umili della popolazione,
appartenenza questa che alla fine si rivelerà una risorsa.
Apparentemente per pura casualità, Fainella e Pagnoncelli
sono comandati ad indagare sull’omicidio di Cecco Monticelli, all’inizio con
quella competizione che da sempre contraddistingue i due corpi di polizia, ma
nell’evolversi delle indagini con una collaborazione sempre più fattiva.
Tra colpi di scena e situazioni comiche, se non grottesche,
il carabiniere e la guardia di pubblica sicurezza riusciranno ad individuare
sia gli esecutori dell’omicidio, sia il mandante e perfino degli insospettabili
fiancheggiatori e grazie all’acume del giudice e ad una geniale intuizione del
Pagnoncelli, che consentirà di raccogliere prove decisive a carico dei criminali, di assicurarli alla Giustizia.
Uno romanzo gradevole e divertente oltre che, per chi abita
nella bergamasca, interessante per la descrizione dei luoghi, rappresentati nel
racconto, ancora oggi esistenti.
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