Qualcuno potrà anche definire puerile l’incipit di questo mio intervento che, come un alunno di scuola secondaria di primo grado – “volgarmente” detta scuola media – ricopia la definizione di un termine direttamente dal vocabolario.
Nella fattispecie riporto la definizione di “dietrologia”
tratta dal vocabolario on-line della Treccani: ”dietrologìa s. f.
[comp. di dietro e -logia]. – Nel linguaggio politico e
giornalistico indica, con intonazione polemica, la tendenza, propria dei
cosiddetti dietrologi, ad
assegnare ai fatti della vita pubblica cause diverse da quelle dichiarate o
apparenti, ipotizzando spesso motivazioni segrete, con la pretesa di conoscere
ciò che effettivamente «sta dietro» a ogni singolo evento“.
Parrebbe insomma un sostantivo non proprio positivo.
Sono convinto che per trattare eventi d’attualità e di politica, occorra conoscere materie come la geografia e la storia, ma soprattutto è necessario informarsi, possibilmente non solo da una singola fonte e preferibilmente in via diretta.
Ogni evento, ogni atto politico, raramente ha inizio senza
una relazione con eventi e atti precedenti, ma spesso ne è conseguenza o
reazione, tuttavia – generalmente – non si cerca di capire la genesi
dell’evento, i motivi che hanno condotto a quell’evento o le situazioni che lo
hanno favorito; ne consegue che si finisce per giudicare quell’evento o
quell’atto politico solo in base all’evidenze del momento o peggio ancora
aderendo ai giudizi della massa, per disattenzione o per limiti di tempo o
semplicemente perché così è più facile, scadendo quindi nell’omologazione.
Se la maggioranza esprime un giudizio su un evento o un atto
politico, non è scontato che quel giudizio sia corretto. Il numero non sempre
contraddistingue la qualità, pur rappresentando la quantità. Questo è ancor più
vero se la maggioranza non ha verificato in prima persona i fatti e si è
lasciata suggestionare da chi magari ha interesse affinché quei fatti assumano
una certa valenza, enfatizzandone alcuni aspetti e/o celandone altri.
Tuttavia cercando i nessi, informandosi e trovando quindi spiegazioni diverse rispetto a quelle ufficiali o maggioritarie, si rischia di
fare della “dietrologia”, di pretendere di “conoscere
ciò che effettivamente «sta dietro» a
ogni singolo evento“, mentre si sta semplicemente tentando di avere un'opinione, una
propria idea sull’argomento.
Gente pericolosa quella informata: difficile da manovrare,
recalcitrante nell’accettare le verità a tavolino o imposte per legge, per
nulla propensa a soggiogarsi a dogmi laici. Gente che però vive male, costretta
magari ad assumere ansiolitici o a muoversi con circospezione, ma sempre in
posizione eretta e a testa alta.
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