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Come un naufrago, inserirò in una bottiglia, ovvero questo Blog, i miei messaggi
che affiderò al vasto mare del WEB, affinchè qualche navigatore li possa
scorgere tra i flutti, così da leggerne il contenuto e scoprire la mia passione
letteraria.

lunedì 14 ottobre 2013

Diversamente pensante


Siamo ossessionati dall'apparire, dalla forma, dall'estetica e in nome del “bello” in tutte le sue sfumature, agiamo, scriviamo, parliamo e ci comportiamo.

Ci siamo auto-imposti di non mostrarci per quello che siamo realmente, ma di fingere di essere un qualcosa che eviti di scuotere troppo il nostro vicino.

Non è solo una questione di educazione – se così fosse, l'atteggiamento potrebbe essere positivo – si tratta in realtà di un camuffamento, volto al raggiungimento di uno scopo, spesso non proprio sublime.

Anche in politica, l'apparire al posto dell'essere è diventato imprescindibile, se si vuole avere un soddisfacente risultato elettorale, così ha preso piede la formula del “politicamente corretto”.

Una volta, al tempo delle ideologie, tra avversari politici al di là della normale dialettica – capacità principe del politicante – si arrivava proprio alle mani ed anche – e tragicamente – oltre le semplici mani.

Se da un lato bisogna affermare che per fortuna quella stagione è finita, dall'altro la politica “ruspante” di un tempo era comunque più sincera di quella patinata di oggi.

Insomma, se c'era da dare del “ladro” a qualcuno, glielo si dava e quell'altro – con pari veemenza – rispondeva con un “assassino”.

Eh oggi no... oggi bisogna conservare la forma, anche se a scapito della sostanza.

Sicché si loda un uomo per quello che ha – o fa apparire di avere – e non per quello che è, magari col proprio esempio.

Bisogna stare attenti a ciò che si dice, per non urtare la sensibilità dei più.

Bisogna stare attenti a ciò che si scrive, per non uscire dal gregge.

Bisogna insomma adattare il pensiero secondo i canoni tracciati dagli idoli di riferimento.

Così, pian piano, il pensiero si uniforma, si amalgama, si stempera in una cromaticità tenue, quasi impercettibile, che non disturba.

Impalpabile.

Quindi inefficace, ma funzionale a chi vorrebbe governare le coscienze per il proprio tornaconto.

Sessanta milioni di entità, tutte con gli stessi bisogni, con le medesime aspirazioni, con un pensiero unico.

Sette miliardi di entità, tutte con gli stessi bisogni, con le medesime aspirazioni, con un pensiero unico.

Un perfetto mondo di consumatori, tutti ad osannare un unico credo, quello ispirato dal dio denaro, dove eminenti – ed occulti – sacerdoti, ministri di questo dio corrotto e corruttore, esercitano indisturbati il loro potere, dispensando a tutti aspersioni di democrazia e ostie di libertà.

Così, dire le cose per come sono e per quello che sono, beh richiede una buona dose di coraggio.


Attenzione però, non chiamate chi lo fa oppositore o ribelle o antagonista o anticonformista. Egli è “diversamente pensante”.

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