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letteraria.

giovedì 11 novembre 2010

"Accanto alla tigre"


Recensione del libro "Accanto alla tigre" di Lorenzo Pavolini

Indubbiamente il cognome Pavolini è pesante da portare, specialmente se si lavora in ambito letterario.
Alessandro Pavolini, il nonno di Lorenzo, autore del volume "Accanto alla tigre", è stato un personaggio di spicco del regime fascista, fin da giovanissimo e sin dalla prima ora.

 
Ministro della cultura popolare, collaboratore di Bottai, diventa l'uomo intransigente dell'ultima fase del fascismo, quella tragica di Salò.
Eppure si tratta di un uomo di cultura, un fine intellettuale e un promettente scrittore.
Gli eventi, però, lo portano a prediligere alla cultura la passione politica e a sacrificare tutto (gli affetti e la propria vita) per essa.
Lorenzo, attraverso il suo libro, compie un viaggio alla scoperta del nonno Alessandro, superando le comprensibili reticenze familiari, le denigrazioni gratuite e le apologie fuori tempo.
Lorenzo Pavolini, con "Accanto alla tigre", è stato finalista nell'edizione 2010 del Premio Strega.

Potete leggere di seguito la mia recensione.

Se già le colpe dei padri non possono ricadere sui figli, come potrebbero rovinare sui nipoti?

Nell’immaginario collettivo, la figura del nonno è quella persona che ama così tanto i nipoti, al punto, talvolta, di viziarli e ai quali riserva più attenzioni di quante ne aveva a suo tempo concesse ai figli.

Non tutti hanno avuto la fortuna di conoscere i propri nonni.

Io, ad esempio, ho conosciuto il nonno materno, ma non quello paterno.

Non avendolo quindi conosciuto, cercavo nei ricordi di mio padre, quell’anello affettivo mancante.


Una fotografia, magari a casa della nonna, lo mostra in divisa e allora l’ignaro bambino vuole sapere di più di suo nonno, ma una strana reticenza familiare, gli fornisce solo poche notizie: era un aviatore… è morto in guerra.

Quel bambino cresce e per dovere scolastico sfoglia un libro di storia, dove trova la riproduzione di un giornale d’epoca con una fotografia agghiacciante: una marea umana che si accalca attorno ad un traliccio metallico, dal quale pendono a testa in giù i corpi inermi e sfigurati di alcuni uomini e di una donna.

Il titolo di quella riproduzione del quotidiano, annunciava la fine di Mussolini e l’occhiello elencava altri cognomi e tra questi, quello di Pavolini.

Lo stesso cognome del ragazzo che stava sfogliando il libro di storia.
 


    Alessandro Pavolini

In questo modo, Lorenzo Pavolini venne a sapere che il nonno Alessandro era stato un gerarca fascista, fucilato a Dongo e appeso a testa in giù a Milano, in Piazzale Loreto.

Ciò che l’amore familiare aveva cercato di nascondere, per evitare turbamenti precoci, era inesorabilmente emerso a causa di un semplice gesto.

Tempo dopo, Lorenzo, già maturo, viene nuovamente scosso da una scritta sul muro: “Pavolini eroe”.

Da quel momento, Lorenzo Pavolini, ha iniziato un percorso di ricerca della vera essenza di suo nonno Alessandro; percorso che lo ha portato a scrivere un libro intitolato “Accanto alla tigre”, edito da Fandango, col quale è stato finalista nell’edizione 2010 del Premio Strega, vinto da Antonio Pennacchi con “Canale Mussolini”, autore peraltro citato nel libro di Pavolini.


Dunque un viaggio indietro nel tempo, alla ricerca della vera identità di Alessandro Pavolini, al di là delle reticenze familiari, delle denigrazioni istituzionalizzate o delle esaltazioni di parte.


La tigre grigia che mi saltella agile accanto?
Penso sia frutto dell’insistito dormiveglia, o della puzza di gas. Sul sedile posteriore della Multipla beige lanciata nella notte ho rimuginato il vecchio proverbio indiano secondo cui chi cavalca la tigre non potrà più scendere, se vuole domarla. E alla fine eccola al mio fianco, la tigre, già piuttosto docile e domestica, e senza che ricordi d’esserle mai montato in groppa.
Tigre di famiglia si sarebbe detta.


Un viaggio accanto alla tigre, che è noto sia un animale pericoloso, pur nella sua schiettezza e che quindi esige il dovuto coraggio per restarvi vicino. Coraggio che l’autore ha avuto, per poter affrontare un viaggio scomodo e doloroso.

Scomodo perché Alessandro Pavolini, durante la fase finale del fascismo, ne ha rappresentato la parte più intransigente, più determinata alla lotta senza quartiere, fino alla morte.

Doloroso, come quando Lorenzo è andato a visitare, nel Cimitero Maggiore di Milano, la tomba del nonno: una tra le 1432 sepolture del Campo X, destinato ai caduti della Repubblica Sociale Italiana.

Tuttavia è stato un viaggio che ha permesso a Lorenzo di scoprire in Alessandro un uomo di profonda cultura, un fine intellettuale e un promettente scrittore.

Fondatore di riviste culturali e attento ministro della cultura popolare, ha sacrificato la sua anima intellettuale, per la passione politica, che lo aveva coinvolto fin da giovanissimo.

Dunque un uomo niente affatto scontato, coerente con se stesso. Un uomo di altri tempi, con pregi e difetti, meriti e colpe.

Un viaggio che Lorenzo finisce di affrontare affiancandosi a suo padre, con i suoi ricordi di bambino, la sua testimonianza diretta sulla figura di un genitore perso a soli sei anni.


“Accanto alla tigre” è un ottimo libro. Ben scritto e molto interessante. Utile anche a recuperare, escludendo finalmente facili denigrazioni o inutili apologie, un tassello di storia patria per troppo tempo demonizzata e mai affrontata con onestà intellettuale o semplicemente ignorata, senza una analisi critica approfondita.

 
Lorenzo Pavolini è nato a Roma nel 1964. È redattore della rivista “Nuovi Argomenti”. Ha pubblicato i romanzi: “Senza rivoluzione” (Giunti 1997, Premio Grinzane Cavour Esordienti), “Essere pronto” (peQuod 2005). Ha curato: “Italville: New Italian Writing” (Exile Edition, 2005) e l’edizione integrale delle “Interviste impossibili” (Donzelli 2006). Con Serafino Amato ha realizzato “Ecatombe, i girini della storia” (libro + DVD, Headmaster 2008).





Autore: LORENZO PAVOLINI
Pag.: 243
Codice ISBN: 978-88-6044-145-4
Prezzo: € 16,50
Editore: Fandango Libri - Roma
Prima edizione: 2010



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